domenica 2 dicembre 2007

Il tradimento del corpo

Parto da una premessa che, credo, sia ampiamente condivisa: la comunicazione tra esseri umani, nel mondo reale, è molto spesso inefficace e frustrante.

Gli esseri umani comunicano ma non si comprendono e spesso la (faticosa) comunicazione sfocia nel conflitto.

Credo che ciascuno di noi possa portare centinaia di esempi di vita vissuta a sostengo di questa affermazione.

Con un cartesiano e brutale schematismo possiamo dividere l'essere umano in una parte immateriale (software), che chiamiamo psiche, e in una parte materiale (hardware) che chiamiamo corpo o soma.

La psiche e il soma sono - entrambi - in grado di trasmettere e ricevere messaggi. E questo dualismo è alla radice del problema.

La psiche trasmette messaggi utilizzando tipicamente il linguaggio verbale prodotto dal complesso sistema della fonazione (quindi controlla direttamente una parte del soma che usa come device diretta).

Il soma, a sua volta, trasmette i suoi messaggi attraverso la molteplicità dei canali che gli sono propri: la mimica facciale, la gestualità, la prossemica il tono della voce, ...

Nella comunicazione tra esseri umani, nel mondo reale, la psiche e il soma trasmettono contemporaneamente, si sovrappongono, si accavallano. I segnali si moltiplicano e interferiscono.
Succede spesso che il messaggio trasmesso dal soma non sia congruente con il messaggio trasmesso dalla psiche o, addirittura, sia il suo esatto contrario.

La psiche afferma "A è vero" e, nel medesimo tempo, il soma afferma "A è falso" generando un paradosso logico: "A e non-A". Come se dicessimo di - a parole - facendo segno di no con la testa.

Chi riceve i nostri messaggi deve faticosamente risolvere questa contraddizione e decifrare il contenuto della comunicazione decidendo, arbitrariamente, quale dei due contenuti rimuovere per evitare l'inaccettabile paradosso.

Lo sforzo di questa costante opera di decodifica lascia l'interlocutore in uno stato di indecidibile malessere e con l'impressione di non aver realmente colto le reali intenzioni comunicative di chi ha parlato.

E' un tipo di comunicazione che, strutturalmente, produce sfiducia e diffidenza.

La deriva incontrollabile del messaggio somatico rispetto alle intenzioni psichiche io la chiamo: il tradimento del corpo.

Nella vita reale il corpo ci tradisce e comunica (sempre) i suoi contenuti a prescindere dalle nostre buone o cattive intenzioni.


Partendo da queste considerazioni generali (e forse anche un po' scontate), riesco più facilmente a comprendere il motivo per cui la comunicazione tra esseri umani, nel metaverso, mi sembri invece così notevolmente più efficace.

Semplicemente perché il corpo, il soma, nel metaverso, non può trasmette, non può inviare messaggi. Se ne sta, senza più voce, fuori dalla scena, fuori dal teatro.

Nel metaverso il linguaggio del corpo viene quasi del tutto annullato a vantaggio del linguaggio psichico che può liberamente manifestarsi, attraverso la lingua scritta, nella chat: una riedizione tecnologica della antica pratica epistolare.

A dire il vero, nel metaverso il soma non sparisce del tutto: viene rappresentato da un corpo digitale - l'avatar - il cui linguaggio (prossemica, gestualità) è però completamente piegato alla volontà della psiche e veicola contenuti sempre coerenti con quelli del linguaggio psichico eliminando il paradosso.


L'avatar ride quando deve ridere, piange quando deve piangere, si avvicina o sia allontana all'interlocutore solo quando può e deve farlo. Più spesso assume un atteggiamento neutrale rispetto alla comunicazione e rimane semplicemente lì in attesa di un nostro comando.

Nel metaverso il corpo non può tradire perchè la psiche prende corpo.

1 commento:

  1. Rheingold sostiene che nel ciberspazio facciamo tutto ciò che si fa quando ci si incontra, solo che lo facciamo su un monitor, “lasciandoci alle spalle i nostri corpi”...quoto^^

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