martedì 30 settembre 2008

Glomind - capitolo 2 - outside mode.

Non conosco le persone che hanno deciso di seguirmi.
Ho semplicemente accettato la loro chiamata, il loro desiderio di connessione, il loro invito.

Sono quattro, per ora: due uomini e due donne.

Posso vedere la lista utilizzando il terminale di Netbrain e scegliendo dal touchscreen la funzione Organizer>>OutsideContacts.

Ognuno di loro ha indicato un Nome, vero o di fantasia, per registrarsi al network.

Linda, Sergio, Irene, Roberto.

E loro quattro vedono il mio nome nella loro lista degli Inside Contacts.

Non so nulla di loro, a parte le poche note che hanno pubblicato nel network di Netbrain, di fianco al loro nome.

Per qualche strano motivo, queste quattro persone hanno scelto me dalla lista sterminata del network ed hanno deciso di connettersi, di iniziare a ricevere gli impulsi della mia mente.

Mi hanno scelto come sorgente ed io trasmetto loro i miei stati mentali ogni volta che accendo Netbrain.

Se attivo Netbrain non posso in nessun modo rifiutarmi di trasmettere.

Solo loro possono decidere, in qualsiasi momento, di interrompere la connessione, di staccare il filo invisibile e persistente che ci tiene assieme.

Io posso solo interrompere la comunicazione con i miei InsideContacts e cioè con le persone che io stesso ho deciso di collegare alla mia mente e da cui ricevo il flusso dei segnali mentali ogni volta che attivo Netbrain e riesco ad entrare in inside mode.

Per eliminare un contatto basta andare in Organizer>>InsideContacts, scegliere un contatto dalla lista e sfiorare con la punta dell’indice l’icona a forma di X rossa in basso a destra. A quel punto vedi comparire sullo schermo del terminale la domanda di conferma e con un ultimo tocco si taglia finalmente il filo da quella sorgente e smetti di ascoltarla.

Ma non posso smettere di comunicare, di trasmettere ai miei Outside Contacts.

Ogni volta che accendo Netbrain inizio a distribuire il mio flusso di stati mentali a quelle quattro persone sconosciute e, di queste quattro, ricevono effettivamente il mio segnale tutte quelle che si trovano in inside mode. Come ero io ieri sera.

Osservando la lista degli OutsideContacts sul mio terminale posso capire chi di loro è veramente in ascolto.

Infatti gli amici che si trovano in inside mode appaiono scritti in un colore blu brillante ed hanno di fianco il disegno di una piccola una antenna in ricezione.

Quelli invece che si trovano in outside mode, come me in questo momento, appaiono scritti in grigio scuro e senza nessuna evidenza, senza nessuna icona, senza nessuna antenna.

Tutto chiaro, semplice, intuitivo.

Con pochi tocchi delle mie dita sul terminale posso modellare il pezzo del gigantesco grafo di connessioni di cui faccio parte e che ogni giorno evolve e si allarga grazie alla straordinaria diffusione di Netbrain in tutto il pianeta.



Ora sono al volante della mia auto e sto guidando in autostrada.

Le mani stringono il volante, il piede destro è fermo sull’acceleratore e dosa cautamente la velocità del mezzo, gli occhi fissano la striscia di asfalto che si proietta sotto di me come un tappeto in movimento.

Linda è in ascolto, è in inside mode.
Lo so perché prima di salire in macchina ho sbirciato la lista degli Outside Contacts per controllarne lo stato.

Mi chiedo quali segnali le stiano arrivando in questo momento dalla mia mente.

Come percepisce Linda le mie sensazioni di veglia?

Ora so solo che i miei occhi fissano la strada che si dipana e si stringono a fessura per riparasi dal sole che colpisce il parabrezza.

Forse le arriva la sensazione di fastidio che provo nel serrare gli occhi?.
La sente anche lei nei suoi occhi? E come ?

Le arriva la pressione e il calore che avverto sulla schiena appoggiata al sedile ? Le arriva il rumore ovattato del motore ?

Mi rendo conto che in questo momento non sto elaborando pensieri coscienti e trasmissibili per la loro semantica (a parte questo di me che si rende conto che in questo momento non sta elaborando pensieri coscienti e trasmissibili per la loro semantica (a parte questo di me che in questo momento …(…(……)..)..)).

Linda è sdraiata nel suo letto, ha chiuso gli occhi e immagina di guardare un immenso schermo bianco davanti a sé.
Sullo schermo vede ora un ologramma del mio volto che tiene in mano uno specchio rivolto verso un secondo specchio che riflette l’immagine del mio volto e dello specchio con dentro l’immagine del mio volto e dello specchio con dentro….

Le sensazioni di una mente arrivano spesso alle altre menti sottoforma di immagini olografiche: astratte opere d’arte tridimensionali, vive e luminose in grado di rappresentare come delle ineffabili icone i contenuti mentali di un altro essere umano senza pretendere di spiegarli…

Se mi imponevo di pensare a delle frasi di senso compiuto, ecco che il mio volto che lei vedeva nella sua mente iniziava a parlare ripetendo esattamente le parole che io stavo pronunciando nel segreto della mia mente.

Parole pronunciate con la sobrietà della coscienza, quindi ben presenti alla mia mente, nitide, scolpite.

Netbrain riusciva ad attivare questa forma di rappresentazione fedele del pensiero, intercettando le onde cerebrali tipiche del pensiero cosciente ed iniziando quindi a riportare un segnale molto preciso come una sorta di fedele trascrizione sonora.

Appena smettevo di elaborare pensieri coscienti, ecco che l’immagine percepita da lei tornava ad essere una forma d’arte, una metafora, una rappresentazione visiva del mio caos interiore.

La guida mi concedeva alcuni momenti di lucida attenzione: la strada libera di fronte a me, nessun sorpasso da fare, nessuna curva, il sole che si dispone di lato e non ferisce più gli occhi…

Ecco quindi fiorire l’attenzione interiore. Ecco la nascita di un pensiero cosciente…

Non è un pensiero mio ma un ricordo. Il ricordo delle parole che ieri sera ho sentito dalla mia amica sconosciuta in inside mode.

Ripeto le sue parole scandendole una per una per scolpirle nella mia memoria e, involontariamente, le trasmetto con altrettanta nitidezza a Linda che ascolta anche lei in religioso silenzio.

sabato 6 settembre 2008

Glomind - capitolo 1 - inside mode.

Chiudo gli occhi e immagino la calma superficie del mare di fronte a me.

La mia mente ora è in inside mode: è concentrata solo sulle sue sensazioni interiori.

Gli stimoli sensoriali sono notevolmente ridotti. Nessuno stimolo visivo.
Pochi e quasi impercettibili gli stimoli auditivi, olfattivi, tattili.

Il mare di fronte a me è calmo.
E’ un vasto orizzonte d’acqua assolutamente placato.

Entrato in inside mode posso iniziare a percepire gli altri segnali.

Posso percepire sensazioni, immagini e stati d’animo che non mi appartengono, che provengono da altre menti fuori di me.Voci e suoni che le mie orecchie non possono udire, immagini che i miei occhi (chiusi) non possono vedere.

Entro in connessione con altre menti e percepisco i loro impulsi come se fossero prodotti dalla mia mente, dai miei sensi.

E’ sorprendente rendersi conto di come tutto ciò non sia fonte di affaticamento o di turbamento: le stimolazioni fluiscono serenamente con continuità come lo svolgersi ordinato di un film.

In ogni caso il flusso di stimoli che mi arriva in questo modo non è superiore a quello che normalmente ricevo dai miei sensi attivi durante la veglia: vista, udito, odorato, gusto, tatto… tutti assieme, producono un flusso ancora più intenso e disordinato di impulsi.

In inside mode ho la sensazione nettissima di estendere il confine dei miei processi interiori potendoli condividere con altri esseri umani lontani da me, chissà dove.



Questo è possibile grazie ad un meraviglioso strumento, la punta più alta della tecnologia delle telecomunicazioni umane: Netbrain, un connettore cerebrale disposto attorno alla scatola cranica ed il cui utilizzo si sta rapidamente diffondendo su tutto il pianeta.

Come un virus.

Dodici sottilissime lamine d’argento sottocutanee, impiantate in altrettante precisissime posizioni sulla superficie del cranio e collegate, attraverso sottilissimi fili d’argento, ad un chip centrale per la trasmissione e la ricezione del segnale mentale.

Un impianto completamente invisibile dall’esterno, alimentato da celle termovoltaiche che sfruttano il calore costante delle epidermide per tenere attivo il circuito.

Le lamine di argento catturano le continue e impercettibili variazioni di potenziale elettrico generate dalla mia attività cerebrale nei vari punti di contatto con l’epidermide e possono funzionare anche in senso inverso, come stimolatori, introducendo nel mio cervello i segnali captati dal chip e provenienti da altre menti lontane a cui sono connesso.

Il chip è in grado di captare il segnale da una rete di centraline digitali sparse in tutto il globo. Ogni chip ha un suo proprio indirizzo, un numero assoluto, che individua con esatta precisione un possessore, un individuo, un cervello.

Mediante un piccolo terminale senza fili, è possibile configurare il proprio impianto Netbrain impostando il valore di centinaia di parametri e, cosa più importante, definendo la lista dei friends, dei cervelli amici, dai quali si desidera ricevere il flusso di segnali neuronali, conoscendone l’indirizzo o recuperandolo da una banca dati centralizzata.

In questo modo ogni cervello trasmette il proprio segnale ai cervelli che si sono connessi a lui e riceve il segnale da tutti i cervelli a cui lui ha deciso di connettersi.

La rete di cervelli che si viene a realizzare grazie a Netbrain è topologicamente identica ad una rete di neuroni.

Ciascun neurone, infatti, riceve stimoli da un insieme selezionato di altri neuroni a cui è connesso tramite sinapsi elettrochimiche e, a sua volta, trasmette i suoi stimoli ad un altro insieme di neuroni che si connettono a lui.

E la topologia della rete cambia continuamente nel tempo: è una struttura plastica, dinamica, mutevole, adattabile. Nuove connessioni nascono ogni giorno e altre connessioni vengono disattivate. Così, semplicemente, per il desiderio di ricevere nuovi stimoli oppure per interrompere una sequenza indesiderata di stimoli da una mente che, un tempo, consideravamo amica.

E’ possibile utilizzare Netbrain in due modalità: inside mode e outside mode.

In inside mode la mente smette di governare il corpo e di ricevere stimoli corporei.

E’ una specie di sonno o, meglio, di meditazione.
Gli occhi sono chiusi, il corpo è immobile.

E’ necessario raggiungere un particolare stato di rilassatezza e di calma interiore.

Netbrain rileva il raggiungimento di questo particolare stato mentale ed a quel punto inizia a captare segnali dai cervelli amici propagandoli attraverso i dodici stimolatori sottocutanei.

In outside mode, invece, la ricezione del segnale è inibita, sospesa. Perché la mente è impegnata a governare il corpo e a decifrare gli stimoli sensoriali e non sarebbe in grado di elaborare altri segnali.

In entrambi gli stati, Netbrain trasmette continuamente gli impulsi del nostro cervello a tutti i cervelli amici connessi in quel momento.

Ma è possibile ricevere segnali solo in inside mode.

E’ possibile ascoltare solo in inside mode.

Come ora…

E’ sera, sono a casa da solo. Ho passato una lunga giornata di lavoro, faticosa, dura.

Ho addosso una stanchezza antica. La stanchezza della formica che si affanna a trascinare la sua briciola, in mezzo ad altre mille formiche che, negli occhi, hanno lo stesso affanno e, sulle spalle, la medesima briciola.

Ma ora sono seduto, su una semplice sedia, di fronte ad un semplice tavolo.

Ho spento la luce. Ho disteso le mani lungo i fianchi. Ho chiuso gli occhi.

Il respiro fluisce in me come la linfa scorre all’interno di un albero.

Cerco di dimenticare i fatti della giornata.

Ma per dimenticare devo richiamare alla mente ciò che desidero dimenticare.
Allora smetto di dimenticare e smetto di pensare che devo dimenticare…

Netbrain è attivo e perfettamente funzionante. Ho controllato tutti i parametri ad uno ad uno prima di sedermi e la lista degli amici è correttamente impostata.

Dopo qualche respiro, finalmente, rivedo il mare di fronte a me.

E la sua calma assoluta.
La semplice vastità del mare di fronte ai miei occhi.

La osservo fino a quasi ipnotizzarmi.

Fino a che smetto del tutto di udire i piccoli rumori dell’ambiente reale che mi circonda, il fruscio delle macchine sulla strada, lo scricchiolio della sedia di legno, il mio stesso respiro.

Ora attraverso un lungo momento di assoluto silenzio assorto nella visione di questo mare interiore.

In questo modo entro in inside mode e il chip di Netbrain inizia a captare i segnali dalla rete e a riprodurli sulla sensibile epidermide del mio cranio nei dodici punti di contatto dai quali si propagano verso l’interno in forma di onde sferiche, provocando cascate di stimoli elettrochimici lungo il grafo delle mie connessioni sinaptiche.

In quel momento dal silenzio iniziano ad emergere voci nuove, suoni nuovi.

Inizio a vedere, sopra la vastità del mare, come proiettato su un gigantesco schermo tridimensionale, immagini olografiche che sento provenire da altre fonti, da altre menti fuori di me.

Mi lascio affascinare da questi giochi luminosi che fluttuano come aurore boreali sopra la tavolata del mare mentre una voce cara e familiare mi sussurra all’orecchio alcune parole di cui ancora non comprendo il significato.

Infine vengo toccato da invisibili mani che raggiungono le mie spalle, il mio viso.

E poi, a poco a poco, la confusione indistinta di queste nuove sensazioni lentamente si va placando.

Ora posso finalmente cogliere una coerenza nelle forme visive che percepisco e nelle altre forme sensoriali che si stanno sviluppando attorno a me.

Come quando guardiamo insistentemente una nuvola all’orizzonte e all’improvviso scorgiamo un disegno dotato di senso emergere fulmineo tra i caotici rigonfiamenti del vapore, ora vedo, sopra la calmissima superficie marina, il delinearsi preciso di un volto di donna con gli occhi quasi socchiusi e la bocca che si muove come se stesse sussurrando un discorso.

Parole lontane che percepisco come un brusio e che si fanno sempre più vicine alla mia destra e alla mia sinistra, contemporaneamente.

La riconosco!

E’ l’amica che recentemente ho aggiunto alla lista dei friends cercandola a caso nel database di tutti i gli utenti di Netbrain e che ora sta trasmettendo il suo segnale.

Una mente tra migliaia di menti a cui mi sono connesso.

E che ora ascolto in religioso silenzio.