domenica 29 giugno 2008

Incipit...

Mi trovo a percorrere una pista di sabbia nel deserto.
Il sole brucia le mie ossa. La gola riarsa respira sabbia graffiante.
Procedo a passi lenti scrutando l’orizzonte lontano con gli occhi serrati a fessura.
Mi proteggo dall’abbaglio della luce con una mano tesa di taglio sulla fronte.
Osservo tutto intorno un vasto e continuo profilo di dune colorate di ruggine.

Il percorso che ho lasciato alle mie spalle – se mi volto indietro a guardare - mi appare tracciato in modo evidente. Indubbiamente ho seguito una pista.
Non so ricordare come e perché mi sia messo in cammino e dove la pista mi stia conducendo.

L’evidenza della traccia alle mie spalle contrasta con la totale mancanza di definizione del percorso che mi aspetta dinnanzi. Riesco ad indirizzare solo un passo alla volta. Quel tanto che basta per rimanere nel centro esatto della pista che intravedo solo per qualche metro davanti a me.
Ma non posso in nessun modo orientare il mio procedere su orizzonti più vasti, per quanto mi sforzi di scrutare il misterioso universo che mi avvolge.

Se provo a sfidare l’orizzonte alzando bene la fronte, mi ferisce subito l’abbaglio violento della luce e si confondono i profili delle dune in un complesso arabesco privo di senso.
La pista sembra sfumare dopo pochi metri, svanire nell’illogico disegno delle colline di sabbia.

Eccomi dunque nel mezzo di un cammino che proseguo con ostinata determinazione come se effettivamente avessi una mèta.
I bordi della pista sabbiosa mi indirizzano come fossi un treno su un lungo binario.

Del resto non ho alternative.

Potrei abbandonare la pista, che pure non conosco.
Ma a quel punto tutte le direzioni diventerebbero equiprobabili e quindi arbitrarie.
Finirei con l’avvertire una sempre più inaccettabile precarietà dopo qualche momento di illusione e di libertà.

L’esistenza (indubbia) della pista si pone come un rassicurante elemento di ordine nel caos isotropo del deserto. Rompe una simmetria informe. Fornisce un solido appiglio alla mia mente pensante che non può mai cessare di dare forma alla massa delle esperienze.

Per questo proseguo aggiustando con meticolosa attenzione la direzione dei miei passi e rimanendo sempre al centro della pista di sabbia. Metro dopo metro.

lunedì 23 giugno 2008

Teleport rifiutato...

"Scusa ma ho deciso di non spostarmi più da questa location...

ho abolito il teleport:

è il mio secondo ciclo :-)

credo che lo spazio sia un illusione (lo spazio reale e, a maggior ragione, quello virtuale)

una illusione che ci distrae dalle... relazioni

quindi mi "fermo"...

la visione dello "spazio" ci induce al movimento, alla frenesia

abolire lo "spazio" ci riporta ad una dimensione più lineare, più umana

quella del tempo per le relazioni

;-)

se vuoi fare un salto ... ci sono 3 sedie libere, c'è un tavolino con vista mare su una splendida balconata, al tramonto

ci sediamo e facciamo 4 chiacchiere...

da buoni amici."

domenica 22 giugno 2008

Secondo Ciclo

"Io stasera ho deciso
una cosa
ho deciso come vivrò il mio secondo ciclo nel metaverso
piazzerò il mio Malachi
in una bella balconata di fronte al mare
e non lo muoverò di lì
starò fermo
immobile nel metaverso
in un punto che mi piace
se gli amici vorranno passare a trovarmi li tipperò
altrimenti ci scambieremo messaggi
potremmo stare un po' assieme seduti di fronte al mare
e se distruggeranno questo balcone
ne troverò un altro
e mi piazzerò lì
starò come una cosa buttata
come un prim
physical
seduto o in piedi o saltellante
ma sempre nel mio balcone
di fronte al mare
per evocare con l'immagine una antica memoria
mentre cerco di vivere una nuova esperienza
e forse
quando incontrerò gente interessante
e assieme diremo cose interessanti
le copierò nel mio blog
per lasciare traccia
di quello che è avvenuto in questo infinitesimo angolo di mondo
a questa manciata di pixel
in cerca d'autore..."

sabato 21 giugno 2008

Incontro.

Lei: Hey!

Lui: ciao, tutto bene ?

Lei: bene tu?

Lui: ti piace il mare ?

Lei: sì lo amo

Lui: Questa è la mia home page: balconata sul mare! Io loggo qui :-)

Lei: io più in là

Lui: ah si ? e dove ?

Lei: non so come si chiami, non sono espertissima qui

Lui: quando sei nata ? (in sl, intendo)

Lei: sarà qualche mese

Lui: ci vogliamo sedere ?

Lei: si...

Lui: non è singolare che stasera ci siamo incrociati su questa terrazza ? esattamente nello stesso momento ?

Lei: perchè? cosa vorrebbe dire?

Lui: io loggo qui tutte le sere e non trovo mai nessuno su questa terrazza...

Lei: io non tutte le sere

Lui: stasera invece ci sei tu :-)

Lei: mi fa piacere allora che mi hai incontrata

Lui: ognuno di noi ha compiuto una sequenza complicatissima di gesti...

Lei: già...

Lui: ed abbiamo portato i nostri avatars nello stesso "luogo" e nello stesso tempo... poi tu stavi scappando via, io ti ho seguita, tu hai visto che io mi stavo muovendo verso di te

Lei: mah non stavo proprio scappando

Lui: allora ti sei fermata... :-)

Lei: volevo vedere se mi seguivi ;-)

Lui: ah ecco ! hai avuto conferma delle tua previsione. Io ti ho seguita allora tu hai deciso di fermarti per capire chi fossi

Lei: sono molto sensitiva

Lui: ora siamo seduti l'uno di fronte all'altra su questa balconata virtuale su questo splendido mare di pixel. Ognuno di noi seduto davanti al suo PC chissà dove...in realtà

Lei: ognuno con la sua vita reale, la sua storia

Lui: è iniziato un intreccio...le nostre storie, per questi pochi momenti, si incrociano. Poi magari si separeranno per sempre

Lei: vero

Lui: di questo incrocio resterà traccia su lontanissimi macchinari di una oscura società americana. Il log di questa conversazione sarà scritto per sempre, salvato, reso persistente

Lei: mentre noi chissà dove saremo in realtà

Lui: in... "realtà"..., mettimoci le virgolette

Lei: già

Lui: la nostra vita reale in fondo è un metaverso complicatissimo e chissà dove sono i "log"

Lei: ti do pienamente ragione

Lui: ecco, ho finito :-)

Lei: allora che facciamo restiamo nel mistero? senza dirci nulla di noi

Lui: come vuoi, decidi tu quale livello di mistero ti interessa. Cosa vorresti sapere di me ?

Lei: chissà in che città sei ora e quanti anni hai

Lui: semplice: sono a *** ed ho 38 anni

Lei: beh neanche lontani

Lui: gli anni non te li chiedo ma puoi decidere di rivelarli...anche falsi (i miei sono veri)

Lei: per me non è un problema l'età: tra qualche giorno ne faccio 32

Lui: ok, ora sappiamo abbastanza di noi, almeno ci siamo localizzati

Lei: giusto

Lui: una cosa è interessante

Lei: cosa ?

Lui: ora stiamo vivendo nello stesso tempo, pensaci un attimo. Il tempo sicuramente lo stiamo condividendo, assieme, viviamo assieme nello stesso istante

Lei: nello stesso tempo ma anche in tempi diversi

Lui: anche se tu a *** e io a *** ma con i nostri due avatars seduti a pochi centimetri di distanza su una bella balconata di fronte al mare

Lei: sì son cose straordinarie

Lui: lo spazio è stato "annullato" da quello virtuale che ne ha creato un altro, alternativo

Lei: già

Lui: altrettando..."vero" ? forse si. Dipende da quanto ci facciamo coinvolgere. Alcune persone qui dentro si fanno coinvolgere molto (troppo?)

Lei: lo so

Lui: e vivono questo "spazio" come lo Spazio

Lei: forse ne fanno anche una malattia

Lui: noi no. Noi sappiamo di essere distanti geograficamente con i nostri due corpi biologici, nulla da dire, è evidente. Però "sentiamo" che c'è anche una "vicinanza" e non la sappiamo spiegare bene perchè è una sensazione profonda, una intuizione

Lei: ... scusa, devo assentarmi un attimo

Lui: ciao... ti assenterai rimanendo presente ;-) (con l'avatar)

Lei: sì

Lui: assenza-presenza

Lei: esatto ci sono ma non ci sono

Lui: as-senza....pre-senza (sempre...senza)

Lui: ...

Lui: complimenti per il tatuaggio sull'ombelico !