domenica 23 dicembre 2007

Uno schema per ragionare





E' una mia abitudine (o malattia) ragionare e riflettere con le mani: disegnando, tracciando schemi, grafici, diagrammi...

E' per questo che ho aperto questo post con uno strano disegno che condivido con voi e che userò come mappa visuale per sviluppare le mie riflessioni di oggi sul Metaverso.

Parto dal Mondo Fisico, dal Mondo "reale" (notare le virgolette), dall'Universo inteso come un grande contenitore.

Non è proprio facilissimo essere convinti della esistenza di un mondo fisico fuori di noi.

Secondo Cartesio l'unica evidenza chiara e distinta in grado di resiste al potente setaccio del dubbio iperbolico, è quella del pensiero, della mente, della coscienza e quindi della sostanza pensante, della res cogitans (passando, con un doppio salto mortale non del tutto convincente, dall'atto del pensare alla sostanza in grado di compiere l'atto, l'azione del pensare).

Seguendo questa scuola di pensiero l'evidenza della mente supera e anticipa di gran lunga quella del corpo e si può arrivare ad affermare l'esistenza del mondo fisico solo attraverso la complessa mediazione del ragionamento filosofico.

Per semplificare il discorso in questo contesto, permettetemi però di assumere, come postulato, che il mondo reale esista fuori di noi e contenga i nostri corpi e le nostre menti pensanti.
Lo disegno quindi come sovrainsieme, come contenitore universale di ogni sistema.

Poi disegno la mente, l'intelligenza. Anzi, le intelligenze, al plurale: la Natural General Intelligence (o NGI: la nostra intelligenza biologica) e la Artificial General Intelligence (o AGI, l'intelligenza artificiale generale, frutto delle future (imminenti?) evoluzioni nelle tecnologie informatiche).

Intendo con General Intelligence (Naturale o Artificiale) quel sistema (nel mondo reale) in grado di:
  • percepire stimoli dal mondo esterno,
  • individuare le cause di queste percezioni,
  • apprendere le strutture spazio temporali che connettono tra di loro le cause e - quindi -
  • prevedere lo sviluppo temporale degli eventi e indirizzarne il corso e l'evoluzione potendo agire sul mondo mediante un corpo.
L'intelligenza quindi come sistema dinamico che vive nel mondo, interagisce con esso e, in qualche misura, lo modifica.

Per consentire alle GI una interazione con il mondo, è necessario attuare un processo di embodiment o di "incarnazione".

Ad esempio tutte le NGI sono naturalmente insediate in un corpo fisico in un involucro biologico. Questo consente alle menti biologiche di mantenersi in vita, anche se per un limitato intervallo di tempo, di assorbire informazioni dal mondo esterno e di interagire con le altre menti e con gli oggetti del mondo esterno.

Più precisamente, sembra che l'intelligenza biologica umana non possa proprio esistere al di fuori di un corpo biologico e sia, per così dire, in simbiosi con esso. E che qualunque interazione della mente biologica con altre menti debba passare necessariamente attraverso il corpo.

L'intelligenza Artificiale, invece, è un sistema informatico e quindi, quando ci sarà, per sopravvivere avrà bisogno soltanto di una specifica piattaforma hardware e software e di un po' di corrente elettrica.
Anche la AGI, per interagire con il mondo, dovrà attuare un processo di embodiment magari dentro un corpo meccanico nel mondo reale. Dando vita ad un robot.

Ed ora disegno il Metaverso.

Il Metaverso è un Universo dentro l'Universo. E' un Universo di second'ordine. Un Universo annidato.

E' importante questa osservazione.

Il Metaverso è un oggetto reale dell'Universo. Tipicamente è un complesso sistema informatico connesso alla rete. E' un mondo on-line, dentro il mondo reale.

Non è un mondo ultraterreno, fuori dal mondo fisico, esterno, separato. Non è il mondo dei sogni. Non è l'iperuranio.

E' piuttosto un simulatore, come il simulatore di volo per i Boeing 747. E' un simulatore di vita.

Per questo lo disegno come un contenitore più piccolo, interamente contenuto nel contenitore Universo. Come un contenitore dentro il contenitore.

Il Metaverso ha l'importante caratteristica di poter alloggiare comodamente le intelligenze cioè di poter realizzare l'embodiment (digitale) delle Intelligenze Generali (Naturali o Artificiali) e di consentire la loro interazione. Esattamente come avviene nel mondo fisico.

E qui si osservano alcune importanti differenze che rendono asimmetrici i due mondi e ci conducono a considerazioni di opportunità e di efficacia che possono farci tendere sempre di più verso il Metaverso.

Il corpo biologico che ospita le NGI nel mondo fisico, è un oggetto complesso, delicato, fragile. Ha una sua evoluzione indipendente dalla mente. Degrada entropicamente verso la propria disgregazione materiale.

Inoltre il corpo fisico, molto spesso, non consente la piena espressività delle NGI e ostacola la comunicazione e l'interoperabilità tra le intelligenze (in proposito ho scritto qualche riflessione nel post intitolato "Il tradimento del Corpo").

Le interazioni tra le Intelligenze Generali dentro il Metaverso sono, invece, molto più efficienti perchè il corpo digitale dentro il Metaverso è solo un sottilissimo involucro quasi trasparente in grado di contenere e di rappresentare l'intelligenza senza limitarne l'espressività o comprometterne la persistenza.

E' uno snello attuatore digitale che consente alla intelligenza di interagire con gli oggetti del Metaverso e con le altre Intelligenze in maniera ottimizzata, efficiente, veloce.

L'embodiment di una AGI dentro il Metaverso è un processo immediato trattandosi di un semplice collegamento tra due sistemi software cioè tra due oggetti, per così dire, della stessa natura.

L'embodiment della NGI nel Metaverso, invece, presuppone l'esistenza di una pesante interfaccia uomo-macchina che consenta alla mente biologica di scavare un passaggio, un tunnel, un canale e di scivolare dentro il proprio corpo digitale.

La limitazione delle attuali interfacce uomo-macchina (tipicamente tastiera e mouse) impedisce però il completo processo di embodyment digitale per le NGI a differenza delle AGI.

La mente rimane come sospesa in un doppio embodiment simultaneo: quello biologico e quello digitale.

La continua evoluzione delle interfacce uomo-macchina ci porterà però, prima o poi, ad una situazione di completa sostituzione del corpo biologico con il corpo digitale in modalità completamente immersiva.

Questo profetizza la Science Fiction fin dagli anni 80 e, come è spesso accaduto in passato per altre profezie, questo probabilmente avverrà ed oggi stiamo vedendo muovere i primi passi.

A quel punto le intelligenze NGI ed AGI non saranno più distinguibili.
Perché avranno lo stesso corpo e saranno rivestite della stessa materia digitale.

E forse saranno in grado di collaborare, per il nostro bene.

Meta-carnevale

Ho scoperto recentemente un illuminante saggio di Italo Calvino pubblicato nel 1970, dal titolo Il mondo alla rovescia.

Calvino sviluppa il tema del Carnevale e della vita carnevalesca e introduce le sue tesi citando, a sua volta, un lavoro di Michail Bachtin sulla poetica di Dostoevskij in cui si trova una interessante definizione del Carnevale.

Riporto alcuni brani del testo di Bachtin a sua volta citati da Calvino (quoto Calvino che quota Bachtin...) e suggerisco al paziente lettore di questo blog di fare il seguente esercizio: sostituire la parola Carnevale con la parola Metaverso...

Quote:

Il carnevale è uno spettacolo senza ribalta e senza divisione in esecutori e spettatori. Nel carnevale tutti sono attivi partecipanti, tutti prendono parte alla azione carnevalesca. Il carnevale non si contempla e non si recita: si vive in esso, si vive secondo le sue leggi, finchè queste leggi sono in vigore, cioè si vive la vita carnevalesca. Ma la vita carnevalesca è la vita tolta dal suo normale binario, è in una certa misura una vita all'incontrario, un mondo alla rovescia.

... le leggi, i divieti e le limitazioni che determinano il regime e l'ordine della vita normale, cioè extracarnevalesca, durante il Carnevale sono aboliti; è abolito anzitutto l'ordinamento gerarchico e tutte le forme ad esso collegate di terrore, devozione, pietà, etichetta e così via, cioè tutto ciò che è determinato da una ineguaglianza gerarchico-sociale o di qulsiasi altro tipo (compresa quella dell'età).

E' abolita qualsiasi distanza tra le persone ed entra in vigore una particolare categoria carnevalesca, il libero contatto familiare tra gli uomini. Questa categoria del contatto familiare determina anche il particolare carattere di organizzazione delle azioni di massa, e il libero gesticolare carnevalesco, e la franca parola carnevalesca.

e ancora, parlando della società cernevalesca nel Medioevo,

Si può dire che l'uomo medievale viveva due vite: una ufficiale, monoliticamente seria ed accigliata, sottomessa ad un rigoroso ordine gerarchico, piena di paura, dogmatismo, devozione e pietà e un'altra carnevalesca, di piazza, libera, piena di riso ambivalente, di sacrilegi, profanazioni, degradazioni e oscenità, di contatto familiare con tutto e con tutti. Entrambe queste vite erano legalizzate, ma divise da rigorosi confini temporali.


Davvero interessante...

;-)



martedì 18 dicembre 2007

L'avatar invisibile

Noi crediamo di "indossare" un avatar solo nel Metaverso.

Invece indossiamo sempre un avatar anche nel mondo reale come se fosse la nostra maschera.

Anzi, indossiamo tante e diverse maschere: una per ogni contesto in cui ci troviamo a vivere.

Pensiamoci bene:

C'è un momento in cui siamo - veramente - noi stessi ?
C'è un momento in cui esprimiamo - veramente - i nostri sentimenti ?

Forse solo quando riusciamo a far cadere le difese...

Ecco, nel mondo reale ci dobbiamo difendere, sempre.

Dietro il nostro sorriso di circostanza, dietro le nostre convenzioni sociali, dietro le nostre abitudini, dietro il nostro ruolo professionale.

Creiamo inconsciamente il nostro avatar invisibile per usarlo come uno scudo.
E non ce ne rendiamo conto.

Lo facciamo senza saperlo, rimanendo dentro l'illusione dello smascheramento, della verità.
E continuando a sentirci affannosamente"nudi", trasparenti, vulnerabili.

Nel Metaverso non abbiamo più questa illusione dello smascheramento.

Perché tutti ci presentiamo agli altri attraverso un avatar esplicito, ben disegnato, quasi ostentato. E' previsto dalle regole del gioco quindi tutti sanno lo vedono e lo condividono.

Questo mascheramento palese si sostituisce a tutte le altre maschere della vita reale che quindi possono cadere ad una ad una, tranquillamente, naturalmente.

Crolla l'avatar invisibile e le nostre menti, finalmente, si possono toccare, senza paura, come vorrebbero fare ogni giorno nel mondo "reale".

lunedì 10 dicembre 2007

Variazioni sul tema

Gli esseri umani, nel metaverso, giocano al gran teatro dei burattini, e rivivono (con stupore e passione) le stesse sensazioni provate da bambini durante le interminabili ore dedicate al gioco simbolico.

Un gioco serissimo, arcaico.
Un gioco di proiezioni e di coinvolgimenti.

Il gioco sottile della mente emotiva.
Il gioco delle relazioni.

Il metaverso è semplicemente un nuovo grande teatro digitale dove le nostre storie vengono narrate.

Uno sfondo integratore di anime.

Per abbattere definitivamente le nostre distanze fisiche ed emotive.

E ritornare bambini.

domenica 2 dicembre 2007

Il tradimento del corpo

Parto da una premessa che, credo, sia ampiamente condivisa: la comunicazione tra esseri umani, nel mondo reale, è molto spesso inefficace e frustrante.

Gli esseri umani comunicano ma non si comprendono e spesso la (faticosa) comunicazione sfocia nel conflitto.

Credo che ciascuno di noi possa portare centinaia di esempi di vita vissuta a sostengo di questa affermazione.

Con un cartesiano e brutale schematismo possiamo dividere l'essere umano in una parte immateriale (software), che chiamiamo psiche, e in una parte materiale (hardware) che chiamiamo corpo o soma.

La psiche e il soma sono - entrambi - in grado di trasmettere e ricevere messaggi. E questo dualismo è alla radice del problema.

La psiche trasmette messaggi utilizzando tipicamente il linguaggio verbale prodotto dal complesso sistema della fonazione (quindi controlla direttamente una parte del soma che usa come device diretta).

Il soma, a sua volta, trasmette i suoi messaggi attraverso la molteplicità dei canali che gli sono propri: la mimica facciale, la gestualità, la prossemica il tono della voce, ...

Nella comunicazione tra esseri umani, nel mondo reale, la psiche e il soma trasmettono contemporaneamente, si sovrappongono, si accavallano. I segnali si moltiplicano e interferiscono.
Succede spesso che il messaggio trasmesso dal soma non sia congruente con il messaggio trasmesso dalla psiche o, addirittura, sia il suo esatto contrario.

La psiche afferma "A è vero" e, nel medesimo tempo, il soma afferma "A è falso" generando un paradosso logico: "A e non-A". Come se dicessimo di - a parole - facendo segno di no con la testa.

Chi riceve i nostri messaggi deve faticosamente risolvere questa contraddizione e decifrare il contenuto della comunicazione decidendo, arbitrariamente, quale dei due contenuti rimuovere per evitare l'inaccettabile paradosso.

Lo sforzo di questa costante opera di decodifica lascia l'interlocutore in uno stato di indecidibile malessere e con l'impressione di non aver realmente colto le reali intenzioni comunicative di chi ha parlato.

E' un tipo di comunicazione che, strutturalmente, produce sfiducia e diffidenza.

La deriva incontrollabile del messaggio somatico rispetto alle intenzioni psichiche io la chiamo: il tradimento del corpo.

Nella vita reale il corpo ci tradisce e comunica (sempre) i suoi contenuti a prescindere dalle nostre buone o cattive intenzioni.


Partendo da queste considerazioni generali (e forse anche un po' scontate), riesco più facilmente a comprendere il motivo per cui la comunicazione tra esseri umani, nel metaverso, mi sembri invece così notevolmente più efficace.

Semplicemente perché il corpo, il soma, nel metaverso, non può trasmette, non può inviare messaggi. Se ne sta, senza più voce, fuori dalla scena, fuori dal teatro.

Nel metaverso il linguaggio del corpo viene quasi del tutto annullato a vantaggio del linguaggio psichico che può liberamente manifestarsi, attraverso la lingua scritta, nella chat: una riedizione tecnologica della antica pratica epistolare.

A dire il vero, nel metaverso il soma non sparisce del tutto: viene rappresentato da un corpo digitale - l'avatar - il cui linguaggio (prossemica, gestualità) è però completamente piegato alla volontà della psiche e veicola contenuti sempre coerenti con quelli del linguaggio psichico eliminando il paradosso.


L'avatar ride quando deve ridere, piange quando deve piangere, si avvicina o sia allontana all'interlocutore solo quando può e deve farlo. Più spesso assume un atteggiamento neutrale rispetto alla comunicazione e rimane semplicemente lì in attesa di un nostro comando.

Nel metaverso il corpo non può tradire perchè la psiche prende corpo.

Hello World !

Ciao amici !
questo è il mio blog...
;-)

Malachi Mulligan.