In quanto esseri viventi singolari su questo singolare pianeta, noi esistiamo dentro un intorno.
Percepiamo il mondo dal centro del nostro intorno.
L'intorno costituito dalle nostre quotidiane abitudini:
la nostra casa,
il nostro territorio,
i nostri vicini,
il nostro ufficio,
i nostri giornalieri spostamenti.
L'intorno in cui esistiamo ogni giorno ci satura l'esperienza come se fosse il tutto.
Ci impedisce la visione di uno spazio più ampio e più vasto.
E' la siepe che esclude al nostro sguardo la visione dell'ultimo orizzonte.
Il nostro intorno ci consente di esistere ogni giorno potendo serenamente trascurare la vastità del pianeta e del cosmo.
La numerosità degli uomini sul pianeta.
La complessità delle reti umane e dei sistemi sociali che si sviluppano oltre la nostra vita al singolare.
Molti di noi non avvertono la presenza discreta dell'intorno.
Se lo portano dietro come una lumaca si porta dietro il proprio guscio, con naturalezza.
Con commovente inconsapevolezza.
Alcuni, invece, vivono l'intorno come un limite.
E tentano in qualsiasi modo di oltrepassarlo, di cancellarlo, di bucarlo.
E gettano, oltre l'intorno, una serie infinita di messaggi.
Affidando ad essi la stessa speranza che il naufrago affida ai suoi messaggi in bottiglia scagliati contro la vastità dell'oceano....
La rete digitale, oggi, ci offre una nuova strategia per superare l'intorno.
Ci connette con l'altrove e ci concede l'impressione di superare il limite del nostro impenetrabile isolamento.
Ma, molto spesso, il superamento del limite è solo apparente, illusorio, immaginario.
Nella rete si finisce quasi sempre per costruire un nuovo intorno, fatto di vicinanze lontane, di altre abitudini, di altre siepi digitali oltre le quali è impossibile gettare lo sguardo.
Percepiamo il mondo dal centro del nostro intorno.
L'intorno costituito dalle nostre quotidiane abitudini:
la nostra casa,
il nostro territorio,
i nostri vicini,
il nostro ufficio,
i nostri giornalieri spostamenti.
L'intorno in cui esistiamo ogni giorno ci satura l'esperienza come se fosse il tutto.
Ci impedisce la visione di uno spazio più ampio e più vasto.
E' la siepe che esclude al nostro sguardo la visione dell'ultimo orizzonte.
Il nostro intorno ci consente di esistere ogni giorno potendo serenamente trascurare la vastità del pianeta e del cosmo.
La numerosità degli uomini sul pianeta.
La complessità delle reti umane e dei sistemi sociali che si sviluppano oltre la nostra vita al singolare.
Molti di noi non avvertono la presenza discreta dell'intorno.
Se lo portano dietro come una lumaca si porta dietro il proprio guscio, con naturalezza.
Con commovente inconsapevolezza.
Alcuni, invece, vivono l'intorno come un limite.
E tentano in qualsiasi modo di oltrepassarlo, di cancellarlo, di bucarlo.
E gettano, oltre l'intorno, una serie infinita di messaggi.
Affidando ad essi la stessa speranza che il naufrago affida ai suoi messaggi in bottiglia scagliati contro la vastità dell'oceano....
La rete digitale, oggi, ci offre una nuova strategia per superare l'intorno.
Ci connette con l'altrove e ci concede l'impressione di superare il limite del nostro impenetrabile isolamento.
Ma, molto spesso, il superamento del limite è solo apparente, illusorio, immaginario.
Nella rete si finisce quasi sempre per costruire un nuovo intorno, fatto di vicinanze lontane, di altre abitudini, di altre siepi digitali oltre le quali è impossibile gettare lo sguardo.
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