Entrare ed essere subito contenuti, sovrastati, rimpiccioliti.
Le pareti che svettano verso l'alto accompagnate dal ritmo delle colonne.
Ogni sguardo incrocia una immagine, un affresco, un bassorilievo, una figura.
Ci si ritrova circondati da icone e simboli come dentro uno schermo avvolgente.
Le immagini penetrano nella psiche con assoluta naturalezza e vincono ogni resistenza grazie alla loro bellezza.
E poi il suono, cupo, lungo, soffuso, di un organo dal soffio antico.
E il profumo striato dell'incenso che proviene dal fondo, dall'altare.
Tutto prelude al rito, prepara alla cerimonia.
Tutto è predisposto per ammorbidire gli animi alla ricezione della Parola.
Mezzo di comunicazione di massa, immersivo, tridimensionale, ipnotico.
Straordinariamente efficace.
Nei secoli dei secoli.
giovedì 18 giugno 2009
lunedì 15 giugno 2009
Intelligenza di scala
Un sistema composto da moltissimi agenti intelligenti e interagenti può essere, a sua volta, intelligente ?
E può l'intelligenza di un singolo agente comunicare con l'intelligenza collettiva del sistema di cui lui stesso fa parte ?
Cosa può avere in comune l'intelligenza del tutto con l'intelligenza di una parte che compone quel tutto ?
Se l'intelligenza complessiva del sistema conduce al perseguimento di obiettivi globali che confliggono con gli obiettivi in capo ai singoli agenti, possiamo ritenere provata la totale indipendenza tra i due livelli di intelligenza ?
Oppure l'intelligenza superiore persegue in qualche modo anche il bene dei singoli adottando strategie che i singoli non riescono neanche a concepire ?
Se gli atti di un singolo agente potessero essere determinati direttamente dalla azione della intelligenza collettiva, quale sarebbe il comportamento di questo agente e quali reazioni sarebbero provocate negli altri agenti in grado di osservare questi comportamenti ?
I singoli agenti possono arrivare a sentirsi parte della intelligenza collettiva pur continuando ad esibire un repertorio di comportamenti determinato dalla propria singola intelligenza ?
L'intelligenza collettiva è determinata, in qualche modo, dalla composizione delle intelligenze singole a cui si somma l'intelligenza espressa dalla rete-delle-relazioni tra i singoli ?
Sta forse tutta nella rete-delle-relazioni la differenza tra l'intelligenza globale e le intelligenze dei singoli ?
Le stesse intelligenze singole, arrangiate in una differente struttura di rete, produrrebbero diverse forme di intelligenza globale ?
E quale può essere un substrato ottimale, un supporto efficiente per lo sviluppo di questa rete ?
E può l'intelligenza di un singolo agente comunicare con l'intelligenza collettiva del sistema di cui lui stesso fa parte ?
Cosa può avere in comune l'intelligenza del tutto con l'intelligenza di una parte che compone quel tutto ?
Se l'intelligenza complessiva del sistema conduce al perseguimento di obiettivi globali che confliggono con gli obiettivi in capo ai singoli agenti, possiamo ritenere provata la totale indipendenza tra i due livelli di intelligenza ?
Oppure l'intelligenza superiore persegue in qualche modo anche il bene dei singoli adottando strategie che i singoli non riescono neanche a concepire ?
Se gli atti di un singolo agente potessero essere determinati direttamente dalla azione della intelligenza collettiva, quale sarebbe il comportamento di questo agente e quali reazioni sarebbero provocate negli altri agenti in grado di osservare questi comportamenti ?
I singoli agenti possono arrivare a sentirsi parte della intelligenza collettiva pur continuando ad esibire un repertorio di comportamenti determinato dalla propria singola intelligenza ?
L'intelligenza collettiva è determinata, in qualche modo, dalla composizione delle intelligenze singole a cui si somma l'intelligenza espressa dalla rete-delle-relazioni tra i singoli ?
Sta forse tutta nella rete-delle-relazioni la differenza tra l'intelligenza globale e le intelligenze dei singoli ?
Le stesse intelligenze singole, arrangiate in una differente struttura di rete, produrrebbero diverse forme di intelligenza globale ?
E quale può essere un substrato ottimale, un supporto efficiente per lo sviluppo di questa rete ?
martedì 2 giugno 2009
E il conduttore del carro?...
Carlo Collodi,
Pinocchio.
lunedì 1 giugno 2009
Maggioranza e minoranza
E' del tutto evidente che una elìte composta di poche decine di migliaia di persone non potrà mai riuscire a controllare e dominare e una massa formata da molti milioni di individui.
Non è materialmente possibile, per una questione di rapporti numerici.
Se riuscisse a incanalare e dare coerenza alla propria sconfinata potenza, la massa dei molti sarebbe in grado di schiacciare qualsiasi frangia minoritaria lanciata alla conquista del potere.
E' evidente, quindi, che il governo dei pochi sui molti si può realizzare solo se la stragrande maggioranza dei "governati" si consegna spontaneamente al controllo e alla dominazione dei pochi "governanti" esprimendo un totale e volontario consenso verso il sistema di potere e rinunciando ad esercitare una qualunque forma di opposizione.
Senza il consenso non può funzionare nessuna forma di controllo delle masse.
Nei sistemi comunisti il consenso è (stato) generato mediante la propaganda ideologica e facendo credere al singolo individuo di essere parte attiva nel processo di creazione collettiva della nuova pòlis.
Nei sistemi liberisti e capitalisti, il consenso è (stato) generato dalla progressione continua del benessere materiale che, prolungata per un periodo sufficientemente lungo, ha fornito agli individui l'illusione di vivere in una macchina sociale assolutamente efficiente e priva di difetti.
Entrambi i sistemi perdono l'equilibrio nel momento in cui non riescono più ad alimentare l'illusione collettiva (della nuova pòlis, che ben presto si trasforma in regime; della crescita infinita che si risolve in un crollo improvviso) e quindi non sono più in grado di alimentare il consenso.
Nella fase discendente della parabola, prima che il consenso sia del tutto dissipato, l'elìte tenterà di dirottare l'attenzione delle masse verso una nuova fonte di generazione del consenso e cioè verso il volto di un comune e terribile nemico in grado di minacciare la sopravvivenza dell'intero sistema.
Un nemico verso il quale sarà necessario mobilitarsi seguendo le direttive dei pochi illuminati ancora saldamente al comando.
Non è materialmente possibile, per una questione di rapporti numerici.
Se riuscisse a incanalare e dare coerenza alla propria sconfinata potenza, la massa dei molti sarebbe in grado di schiacciare qualsiasi frangia minoritaria lanciata alla conquista del potere.
E' evidente, quindi, che il governo dei pochi sui molti si può realizzare solo se la stragrande maggioranza dei "governati" si consegna spontaneamente al controllo e alla dominazione dei pochi "governanti" esprimendo un totale e volontario consenso verso il sistema di potere e rinunciando ad esercitare una qualunque forma di opposizione.
Senza il consenso non può funzionare nessuna forma di controllo delle masse.
Nei sistemi comunisti il consenso è (stato) generato mediante la propaganda ideologica e facendo credere al singolo individuo di essere parte attiva nel processo di creazione collettiva della nuova pòlis.
Nei sistemi liberisti e capitalisti, il consenso è (stato) generato dalla progressione continua del benessere materiale che, prolungata per un periodo sufficientemente lungo, ha fornito agli individui l'illusione di vivere in una macchina sociale assolutamente efficiente e priva di difetti.
Entrambi i sistemi perdono l'equilibrio nel momento in cui non riescono più ad alimentare l'illusione collettiva (della nuova pòlis, che ben presto si trasforma in regime; della crescita infinita che si risolve in un crollo improvviso) e quindi non sono più in grado di alimentare il consenso.
Nella fase discendente della parabola, prima che il consenso sia del tutto dissipato, l'elìte tenterà di dirottare l'attenzione delle masse verso una nuova fonte di generazione del consenso e cioè verso il volto di un comune e terribile nemico in grado di minacciare la sopravvivenza dell'intero sistema.
Un nemico verso il quale sarà necessario mobilitarsi seguendo le direttive dei pochi illuminati ancora saldamente al comando.
sabato 30 maggio 2009
Metacorpo
L'avatar non è un corpo.
L'avatar è un segnaposto, un tag, una proiezione della propria mente dentro la piattaforma del Metaverso.
Il vero corpo (hardware) è la piattaforma stessa.
E dentro la comune piattaforma le menti coabitano come se si trovassero a vivere dentro allo stesso corpo.
Le menti nel Metaverso condividono lo stesso corpo digitale e sperimentano l'esperienza della non-separazione potendo gestire le stesse risorse "materiali".
Nel Mondo, invece, le menti sono dotate, ciascuna, di un differente substrato materiale, di un diverso e distinto hardware biologico.
Questa configurazione impedisce in larga misura il contatto.
L'avatar è un segnaposto, un tag, una proiezione della propria mente dentro la piattaforma del Metaverso.
Il vero corpo (hardware) è la piattaforma stessa.
E dentro la comune piattaforma le menti coabitano come se si trovassero a vivere dentro allo stesso corpo.
Le menti nel Metaverso condividono lo stesso corpo digitale e sperimentano l'esperienza della non-separazione potendo gestire le stesse risorse "materiali".
Nel Mondo, invece, le menti sono dotate, ciascuna, di un differente substrato materiale, di un diverso e distinto hardware biologico.
Questa configurazione impedisce in larga misura il contatto.
venerdì 15 maggio 2009
Non leggete questo titolo !
Prima violazione.
Ed ora vi dico: non leggete questo post !
Seconda violazione.
Avete appena infranto due regole.
E state continuando.
Se viene vietata e sanzionata proprio l'azione che mi consente di conoscere il divieto vuol dire che posso rispettare le regole del sistema solo ignorandone l'esistenza.
E per conservare la mia purezza sono condannato alla indifferenza.
Sapere significa, sempre, violare un segreto, infrangere una regola.
La ricerca della Verità è una attività, per definizione, illegale.
Solo l'indifferenza e la non-ricerca ci consentono di conservare intatta la nostra folle rettitudine, la nostra feroce serenità, il nostro sorriso soddisfatto di sudditi.
Ed ora vi dico: non leggete questo post !
Seconda violazione.
Avete appena infranto due regole.
E state continuando.
Se viene vietata e sanzionata proprio l'azione che mi consente di conoscere il divieto vuol dire che posso rispettare le regole del sistema solo ignorandone l'esistenza.
E per conservare la mia purezza sono condannato alla indifferenza.
Sapere significa, sempre, violare un segreto, infrangere una regola.
La ricerca della Verità è una attività, per definizione, illegale.
Solo l'indifferenza e la non-ricerca ci consentono di conservare intatta la nostra folle rettitudine, la nostra feroce serenità, il nostro sorriso soddisfatto di sudditi.
lunedì 6 aprile 2009
Il Pendolo Elastico
Supponiamo di attaccare al soffitto una lunga molla e di agganciare alla sua estremità libera inferiore, un peso, diciamo di 1 kg.
Che cosa osserviamo ?
E' facilmente immaginabile: la molla si allunga e il peso scende verso il basso fino a che, dopo qualche piccola oscillazione, si ferma ad una certa altezza. L'altezza nella quale si ottiene l'equilibrio tra la forza gravitazionale che "tira" il peso verso il basso e la forza elastica della molla che, invece, lo "richiama" verso l'alto.
La forza elastica della molla è proporzionale all'allungamento della molla stessa (rispetto alla sua lunghezza di equilibrio) e la costante di proporzionalità K è detta: costante elastica della molla.
In forma matematica si scrive:
Dove K è la costante elastica della molla, H è l'altezza della estremità libera della molla senza il peso attaccato (lunghezza a riposo) e Z è invece l'altezza (minore) a cui giunge l'estremità libera della molla con il peso agganciato.
La forza peso, invece, si esprime con la seguente formula:
dove M è la massa del corpo immerso nel campo gravitazionale (costante ed uniforme) e g è l'accelerazione di gravità che, sulla terra, è pari a (circa) 9,8 metri al secondo per secondo.
All'equilibrio le due forze si annullano e pertanto avremo:
da cui possiamo ricavare il valore di Z
L'allungamento della molla è quindi dato dalla seguente espressione
in cui la costante elastica della molla (K) compare a denominatore.
Ciò significa che utilizzando una molla con una costante elastica maggiore (una molla più "forte", per così dire) osserveremmo uno spostamento minore e, viceversa, utilizzando una molla più "debole" (con una costante elastica minore), osserveremmo uno spostamento maggiore.
Se la costante elastica K avesse un valore infinito (una molla infinitamente forte!) non osserveremmo nessun allungamento della molla e il nostro peso rimarrebbe fermo esattamente all'altezza H.
Potete fare l'esperimento con le vostre "mani" navigando a questo indirizzo: http://snurl.com/fanet (e utilizzando la molla numero 3, a destra).
Divertente, vero ?
;-)
Ora facciamo un esperimento mentale (che potete anche riprodurre giocando con l'applet).
Dopo aver attaccato il peso alla molla, iniziamo a variare la costante elastica a nostro piacere
(sull'applet si può usare un controllo sulla destra chiamato "stiffnes spring 3").
Possiamo partire con un valore molto piccolo ed osservare il peso scendere molto in basso ed assestarsi sulla sua posizione di equilibrio.
Poi possiamo aumentare piano piano il valore di K facendo diventare la molla sempre più forte e vedendo il peso salire in alto a piccoli passi e con piccole oscillazioni.
Continuiamo ad aumentare il valore di K fino a raggiungere il massimo consentito (e quindi la massima altezza del nostro peso).
A questo punto, arrivati al massimo, facciamo un bello scherzo:
abbassiamo brutalmente il valore di K portandolo immediatamente al minimo valore possibile !
Cosa osserviamo ?
Un crollo, una caduta !
Il peso si ritrova improvvisamente senza sostegno ed inizia a precipitare.
Acquista velocità e giunge molto in basso, molto più in basso dell'altezza di equilibrio prevista per questo valore minimo della costante K.
Poi rimbalza ed inizia ad oscillare su e giù, come una palla elastica, fino a che dopo un numero di oscillazioni che dipende dalla quantità di attrito ("friction"), si ferma nella sua nuova posizione di equilibrio.
Conclusione (morale):
controllando il solo valore della costante K, della forza elastica della molla, siamo in grado di muovere il peso in alto e in basso a nostro piacimento e siamo in grado di farlo precipitare operando una improvvisa e sensibile riduzione del valore di K.
Ora permettetemi un paragone forse ingenuo ma, a mio avviso, molto calzante.
Facciamo queste sostituzioni terminologiche:
Z = altezza del peso agganciato alla molla --> ricchezza prodotta dal sistema economico (ad esempio il PIL)
K = costante elastica della molla --> il maggiore o minore credito concesso dalle banche a famiglie e imprese (cioè la maggiore o minore quantità di denaro in circolazione)
Non vi sembra che le banche abbiano giocato con il sistema economico mondiale esattamente come con un Pendolo Elastico ?
Negli ultimi decenni abbiamo avuto una soprendente facilità di accesso al credito: prestiti, mutui, mutui-subprime, aumento della massa circolante (e del debito pubblico)...
poi, improvvisamente, la crisi del credito !
Le banche che non prestano più denaro, la molla perde la sua forza e si allunga, il sistema economico precipita, le aziende chiudono e licenziano.
Durante la lenta salita del PIL, le banche hanno concesso crediti e sollevato l'economia in cambio di garanzie (mutui immobiliari in cambio di ipoteche sugli immobili, denaro circolante - creato dal nulla ! - in cambio del debito pubblico) quindi hanno messo le mani sui nostri beni materiali (mobili e immobili).
Ora, allungando improvvisamente la molla, danno uno scossone al sistema mandano sul lastrico migliaia di famiglie ed imprese che, non potendo più onorare i propri debiti, cedono alle banche la proprietà degli immobili e delle aziende per quattro soldi.
Le banche, che hanno in mano il telecomando per regolare la costante elastica del sistema economico (la maggiore o minore disponibilità di denaro !!) si preparano così al prossimo ciclo, alla prossima lenta salita, alla prossima bolla speculativa.
Forse è arrivato il momento di togliere il telecomando a questi signori e di riconsegnarlo nelle mani del Popolo Sovrano, il vero padrone del Pendolo !
Che cosa osserviamo ?
E' facilmente immaginabile: la molla si allunga e il peso scende verso il basso fino a che, dopo qualche piccola oscillazione, si ferma ad una certa altezza. L'altezza nella quale si ottiene l'equilibrio tra la forza gravitazionale che "tira" il peso verso il basso e la forza elastica della molla che, invece, lo "richiama" verso l'alto.
La forza elastica della molla è proporzionale all'allungamento della molla stessa (rispetto alla sua lunghezza di equilibrio) e la costante di proporzionalità K è detta: costante elastica della molla.
In forma matematica si scrive:
F = K*(H-Z)
Dove K è la costante elastica della molla, H è l'altezza della estremità libera della molla senza il peso attaccato (lunghezza a riposo) e Z è invece l'altezza (minore) a cui giunge l'estremità libera della molla con il peso agganciato.
La forza peso, invece, si esprime con la seguente formula:
F = M*g
dove M è la massa del corpo immerso nel campo gravitazionale (costante ed uniforme) e g è l'accelerazione di gravità che, sulla terra, è pari a (circa) 9,8 metri al secondo per secondo.
All'equilibrio le due forze si annullano e pertanto avremo:
K*(H-Z) - M*g = 0
da cui possiamo ricavare il valore di Z
Z = H - M*g / K
L'allungamento della molla è quindi dato dalla seguente espressione
M*g / K
in cui la costante elastica della molla (K) compare a denominatore.
Ciò significa che utilizzando una molla con una costante elastica maggiore (una molla più "forte", per così dire) osserveremmo uno spostamento minore e, viceversa, utilizzando una molla più "debole" (con una costante elastica minore), osserveremmo uno spostamento maggiore.
Se la costante elastica K avesse un valore infinito (una molla infinitamente forte!) non osserveremmo nessun allungamento della molla e il nostro peso rimarrebbe fermo esattamente all'altezza H.
Potete fare l'esperimento con le vostre "mani" navigando a questo indirizzo: http://snurl.com/fanet (e utilizzando la molla numero 3, a destra).
Divertente, vero ?
;-)
Ora facciamo un esperimento mentale (che potete anche riprodurre giocando con l'applet).
Dopo aver attaccato il peso alla molla, iniziamo a variare la costante elastica a nostro piacere
(sull'applet si può usare un controllo sulla destra chiamato "stiffnes spring 3").
Possiamo partire con un valore molto piccolo ed osservare il peso scendere molto in basso ed assestarsi sulla sua posizione di equilibrio.
Poi possiamo aumentare piano piano il valore di K facendo diventare la molla sempre più forte e vedendo il peso salire in alto a piccoli passi e con piccole oscillazioni.
Continuiamo ad aumentare il valore di K fino a raggiungere il massimo consentito (e quindi la massima altezza del nostro peso).
A questo punto, arrivati al massimo, facciamo un bello scherzo:
abbassiamo brutalmente il valore di K portandolo immediatamente al minimo valore possibile !
Cosa osserviamo ?
Un crollo, una caduta !
Il peso si ritrova improvvisamente senza sostegno ed inizia a precipitare.
Acquista velocità e giunge molto in basso, molto più in basso dell'altezza di equilibrio prevista per questo valore minimo della costante K.
Poi rimbalza ed inizia ad oscillare su e giù, come una palla elastica, fino a che dopo un numero di oscillazioni che dipende dalla quantità di attrito ("friction"), si ferma nella sua nuova posizione di equilibrio.
Conclusione (morale):
controllando il solo valore della costante K, della forza elastica della molla, siamo in grado di muovere il peso in alto e in basso a nostro piacimento e siamo in grado di farlo precipitare operando una improvvisa e sensibile riduzione del valore di K.
Ora permettetemi un paragone forse ingenuo ma, a mio avviso, molto calzante.
Facciamo queste sostituzioni terminologiche:
Z = altezza del peso agganciato alla molla --> ricchezza prodotta dal sistema economico (ad esempio il PIL)
K = costante elastica della molla --> il maggiore o minore credito concesso dalle banche a famiglie e imprese (cioè la maggiore o minore quantità di denaro in circolazione)
Non vi sembra che le banche abbiano giocato con il sistema economico mondiale esattamente come con un Pendolo Elastico ?
Negli ultimi decenni abbiamo avuto una soprendente facilità di accesso al credito: prestiti, mutui, mutui-subprime, aumento della massa circolante (e del debito pubblico)...
poi, improvvisamente, la crisi del credito !
Le banche che non prestano più denaro, la molla perde la sua forza e si allunga, il sistema economico precipita, le aziende chiudono e licenziano.
Durante la lenta salita del PIL, le banche hanno concesso crediti e sollevato l'economia in cambio di garanzie (mutui immobiliari in cambio di ipoteche sugli immobili, denaro circolante - creato dal nulla ! - in cambio del debito pubblico) quindi hanno messo le mani sui nostri beni materiali (mobili e immobili).
Ora, allungando improvvisamente la molla, danno uno scossone al sistema mandano sul lastrico migliaia di famiglie ed imprese che, non potendo più onorare i propri debiti, cedono alle banche la proprietà degli immobili e delle aziende per quattro soldi.
Le banche, che hanno in mano il telecomando per regolare la costante elastica del sistema economico (la maggiore o minore disponibilità di denaro !!) si preparano così al prossimo ciclo, alla prossima lenta salita, alla prossima bolla speculativa.
Forse è arrivato il momento di togliere il telecomando a questi signori e di riconsegnarlo nelle mani del Popolo Sovrano, il vero padrone del Pendolo !
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