Partiamo dal presupposto che la vita è una sola.
Quindi parlare di "seconda vita" non ha alcun senso.
Posso al più trascorrere qualche pezzo della mia (unica) vita dentro il Metaverso e qualche altro pezzo fuori dal Metaverso.
Ciò premesso, i due approcci, immmersionista ed estensionista, possono essere esaminati nel modo seguente.
Poichè la vita è unica, l'approccio immersionista ci porta alla conclusione che per dare senso alla (unica) vita occorre stare immersi il più possibile nel Metaverso dato che fuori dal Metaverso non esiste "senso".
La società umana non è ancora pronta per questo e forse non lo sarà mai a meno che non arriviamo agli scenari del film "matrix" dove i corpi sono ridotti a larve imbozzolate e tenute in vita in uno stato di perenne incoscienza da un sofisticato sistema biomeccanico.
Almeno fino a che avremo bisogno di nutrirci e di curarci (e quindi andare dal medico o all'ospedale) non potremo essere davvero immersionisti.
L'approccio estensionista, d'altro canto, conduce ad un progressivo ridimensionamento del tempo dedicato al Metaverso (dopo magari una fitta esplorazione iniziale, ed è forse il mio caso).
Essendo una estensione della vita, il Metaverso non può occupare la gran parte della vita e non può compromettere la stabilità fisica della vita.
Essendo una estensione della vita, il Metaverso deve lasciare spazio ad altre estensioni.
Io credo che avere a disposizione molte estensioni della nostra vita basate sulle nuove tecnologie sia fantastico e sia una opportunità specifica del nostro tempo.
Occorre però essere saggi e capire di volta in volta qual'è la migliore estensione da utilizzare per un determinato scopo.
Se credo di poter far tutto con il telefono, ad esempio, mi sbaglio.
Per certe cose è meglio la videoconferenza o l'interazione mediata da avatar.
Se penso di poter far tutto dentro il Metaverso, mi sbaglio.
Per alcune attività l'interazione diretta faccia a faccia, volto a volto, è insostituibile.
Per tutte quelle interazioni in cui è essenziale che si stabilisca uno stato di reciproca fiducia e di reciproca meta-fiducia.
La meta-fiducia è quella condizione in cui io posso vedere l'altra persona mentre esprime dei concetti che io accetto a livello semantico e allo stesso tempo osservo come la galassia dei metamessaggi sia assolutamente congruente con il messaggio che mi arriva.
La meta-fiducia è l'OSSERVARE come esista CONGRUENZA tra messaggio e metamessaggio.
E' l'OSSERVARE come non vi sia il tradimento del corpo.
La relazione mediata da avatar NON consente di stabilire il livello di meta-fiducia.
Semplicemente perchè nasconde il meta-messaggio.
Il Metaverso, proprio perché elimina, e per certi versi sublima, la comunicazione non-verbale, facilita enormemente le interazioni, soprattutto tra persone che non si conoscono...
Questo è indubbiamente un vantaggio specifico del Metaverso.
Che dobbiamo valorizzare.
Ma stiamo attenti a fermarci lì.
Stiamo attenti a ritenerci soddisfatti di questo primo livello.
Arriva un momento in cui da questo primo livello si desidera balzare al secondo... e capire se riusciamo ad avere meta-fiducia dei nostri amici avatars...
sabato 5 aprile 2008
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